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CHI E' L'INTERIM MANAGER
MTI Consulting gestisce talenti, con skills tecnici e personali eccellenti, percorsi accademici rilevanti, Manager abituati all’eccellenza ed orientati al risultato.
Siamo fermamente convinti che l’Interim Management sia un business centrato sulla Persona , e ciò significa che i Vostri obiettivi e le aspirazioni personali e professionali valgono tanto quanto quelli delle aziende Clienti , questo fa si che si raggiunga il successo nel 100% dei casi affrontati.
CHI E’ L’INTERIM MANAGER
In poche parole come da definizione dell’Interim Management Association
• Profilo Executive, Top Manager;
• Un leader, che ha maturato esperienze trasversali e complesse;
• Un Manager energico facilitatore del Cambiamento Aziendale ed in grado di trasferire conoscenza durante il mandato;
• Una Persona con un profondo senso etico;
• Disponibile immediatamente;
IN ITALIA
In Italia il temporary management si è affermato nel tessuto economico in modo estremamente lento e silenzioso, rimanendo relegato ad una nicchia di servizio paragonabile ad una consulenza atipica ed artigianale.25 Nonostante il suo esordio risalga ormai a circa venticinque anni fa, a differenza di altri Paesi europei, per l’Italia, si parla ancora di un decollo in atto: i numeri del mercato italiano sono ancora lontani da quelli rilevati in altri Paesi europei a cominciare dai tassi di sviluppo. Per capire le ragioni di questo profondo gap quali-quantitativo, può essere utile partire dell’identificazione dei fattori ritardanti se non addirittura repressivi della crescita. Un primo fattore d’ostacolo è rappresentato dalla scarsa conoscenza corretta dello strumento: è necessario convincere le imprese che i temporary manager sono manager di qualità e non “rifiuti” di altre aziende. A riguardo, in Italia non esiste quell’associazionismo che nelle realtà europee di maggior successo (Inghilterra e Olanda in primis) si è dedicato ad un’accurata attività di sensibilizzazione e informazione dei potenziali utilizzatori, al fine di educare ad un corretto utilizzo dello strumento ed offrire garanzie di qualità e professionalità. Un secondo fattore ritardante potrebbero essere le nostre peculiarità culturali/imprenditoriali legate alle piccole dimensioni. La piccola dimensione è sinonimo di un modello di fare impresa dove proprietà e gestione coincidono e si identificano in una o poche persone, dove quindi di fronte ad un qualunque cambiamento del mercato si arriva alla soluzione in autonomia e pertanto un manager esterno verrebbe visto come una figura del tutto estranea e fuori luogo rispetto alle “logiche individuali e/o familiari” di conduzione dell’azienda. A ciò si aggiunge, dal lato dell’offerta, la tendenza dei dirigenti italiani a considerare il temporary management come un ultima opportunità di trovare un lavoro e ciò si ripercuote con un’ offerta inadeguata di temporary manager e quindi con un’alta probabilità che molti Clienti possano restare delusi da esperienze non positive, alimentando ulteriormente perplessità e sfiducia. Dalle indagini risulta che circa il 35 per cento del campione conosce il temporary management e ne ha fatto uso almeno una volta, mentre circa il 65 per cento non ne ha mai fatto uso indipendentemente dalla conoscenza o meno del servizio (grafico).
E’ inoltre emerso che le imprese italiane che hanno fatto ricorso al temporary management, lo hanno fatto principalmente in ipotesi di momenti di crisi o di sviluppo/incertezza; e che oltre il 70 per cento degli utilizzatori ha valutato “buone” le prestazioni dei temporary manager in ordine al risultato dei progetti vedi grafici a seguire. Per quanto riguarda invece le cause di mancato utilizzo, emerge sicuramente la scarsa conoscenza del servizio (a conferma di quanto già detto); mentre è contenuta la percentuale di imprese che ha difficoltà a reperire il manager adatto alle proprie esigenze o la società specializzata con cui entrare in contatto o ancora che ritiene il prezzo del servizio troppo alto, vedi grafico a seguire.
IN EUROPA
Post anni 80, l’Interim Management dall’Inghilterra si è diffuso anche in altri Paesi europei: Olanda, Francia, Germania, Italia ma anche altri Paesi del nord Europa (Belgio, Danimarca) e dell’Europa dell’est (Ungheria, Slovacchia, Rep.Ceca). In ognuno di questi Paesi, il fenomeno, ha assunto differenti caratteristiche quali-quantitative che possono essere facilmente comprese attraverso un confronto tra le diverse modalità e motivazioni applicative del temporary management. Inghilterra, Olanda, Francia e Germania. In Inghilterra dove il servizio è meglio noto come “interim management” e dove è attivo l’Institute of interim management si è consolidata la consapevolezza che il temporary management rappresenti una risorsa strategica di successo; non a caso, è qui che il mercato dei temporary manager presenta le caratteristiche più soddisfacenti: nel 2007 la dimensione del mercato ha superato il miliardo di sterline, il tasso di crescita negli ultimi tre anni è stato del 25 per cento, il numero totale degli interim manager ha superato le 5.000 unità e per la maggior parte si tratta di manager over cinquanta impegnati in progetti di durata media non superiore ai sei mesi e ad un costo medio giornaliero superiore alle 1.000 sterline Nei due grafici che seguono (grafico 1 e 2) riporto la distribuzione delle percentuali di inserimento di temporary manager nelle diverse funzioni aziendali e le percentuali relative alle motivazioni che stanno alla base del ricorso al temporary management da parte delle imprese inglesi.
Come si può notare, nella realtà inglese prevale il ricorso al temporary management per la gestione di progetti: pertanto, si riconosce a pieno l’efficacia dei temporary manager nella gestione della complessità tipica di progetti innovativi e di sviluppo di business. Una tendenza differente emerge da un’altra realtà di successo: quella olandese. In Olanda, il temporary management è una prassi gestionale ormai acquisita da oltre trent’anni: le imprese non hanno più esitazione o incertezze nell’utilizzo di competenze manageriali temporanee per qualsiasi processo di cambiamento sia come gestione di crisi sia come tournaround strategico.
Le dimensioni del mercato superano i cinquecento milioni di euro, il tasso di crescita stimato per i prossimi anni si attesta al 25-30 per cento circa, il numero totale dei manager attivi è oltre le 2.500 unità. Tuttavia a differenza dell’Inghilterra, in Olanda cambiano le motivazioni per il ricorso al temporary management. Come possiamo evincere dal grafico, prevale nettamente la gestione del cambiamento aziendale, inteso sia a livello direttivo sia a livello di gestione funzionale.